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Drodesera XXXVII

SUPERCONTINENT: i ritratti ibridi del Festival Drodesera

Il Festival Drodesera di quest'anno è un ecosistema multiforme di esseri umani che vivono tra passato e futuro.

Il Festival DRODESERA, che si terrà dal 21 al 29 luglio a Dro (TN) nel bellissimo centro di produzione culturale Centrale Fies, è alla sua 37esima edizione. Un festival che si consolida anno dopo anno come un punto di riferimento dell'arte performativa in Italia e non solo, con artisti internazionali molto diversi tra loro che offrono al pubblico performance multiformi e visionarie.

Il tema dell'edizione di quest'anno è S U P E R C O N T I N E N T, un concetto tanto complesso quanto profondamente in linea con la realtà contemporanea, che ha a che fare con la diversità, con la migrazione, con le creature ibride e con la ricerca dell'identità in un mondo sempre più caleidoscopico. Anche stavolta, infatti, l'obiettivo di DRODESERA è "far agire l'arte sulla realtà, e viceversa, non solo come nutrimento profondo ma anche come atto reale di senso civico."

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Come per le altre edizioni, la campagna di comunicazione rappresenta una sorta di introduzione immaginifica al festival. Quest'anno è il risultato di un lavoro corale tra il fotografo Dido Fontana, l'illustratrice Zoe Lacchei, il graphic designer Letizia Filisetti e Virginia Sommadossi, che per Centrale Fies cura l'ideazione, la progettazione e la gestione dei progetti. Abbiamo fatto qualche domanda a Dido e Zoe per capire come nascono le immagini di un continente inesistente.

Come avete interpretato il concetto di SUPERCONTINENT?
Zoe: SUPERCONTINENT nasce da una visione di Virginia Sommadossi, una delle colonne portanti del festival; è un'idea di pangea ricostituita che mostra un'umanità riunita non solo a livello geografico, ma soprattutto etico.

Da dove siete partiti per renderlo visivo?
Dido: Per me è stato importante non muoverci dal luogo in cui eravamo, spostandoci nel tempo.
Zoe: La chiave sta nel mantenere salde le radici culturali, folcloristiche e storiche facendo in modo che sia evidente il passaggio da "passato" a "futuro", semplicemente inserendo dettagli che fanno parte di entrambi gli stadi del tempo.

Come è nato e come si è svolto questo lavoro corale?
Dido: Ognuno ha inserito il proprio linguaggio, i cinque personaggi di Supercontinent hanno preso forma e carattere raccogliendo antichi reperti e moderne tecnologie. Molto bello e naturale per me dare visione alla ricerca e all'intuizione di Virginia Sommadossi.
Zoe: La collaborazione e lo svolgimento dell'intero progetto sono stati incredibilmente fluidi. Dal concept di Virginia alle foto di Dido, il flusso creativo è stato entusiasmante. Questo accade solo quando tutte le persone coinvolte hanno grande stima reciproca.

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Dove avete preso i soggetti e perché avete scelto proprio loro? Sono molto eterogenei, ovviamente.
Dido: Ogni soggetto è due soggetti. Per i ritratti abbiamo lavorato sempre localmente assieme a persone a noi vicine e conosciute. Per i personaggi la ricerca delle caratterizzazioni è stata eseguita saltando nel tempo e prendendo nomi, oggetti e simboli, scegliendo e mischiando tra tempo presente e tempi passati. Sono convinto che in qualunque posto del mondo ci si trovi tutto ciò che occorre esiste nel raggio di dieci chilometri. Il locale è universale.

Zoe: Credo che sia molto importante, al fine di riuscire a comunicare i propri intenti, trasporre in immagini qualcosa che ci è familiare, che conosciamo e in cui siamo in grado di riconoscerci. Tutti i soggetti che sono stati fotografati e interpretati sono veri, nel senso più esteso del termine. Nelle persone che ci circondano possiamo trovare interi mondi da cui trarre ispirazione.

Per la campagna di comunicazione non avete scelto di essere immediati, ma avete puntato su delle immagini che vanno analizzate, piene di riferimenti che mettono alla prova chi guarda. Come mai questa scelta?
Dido: per quel che mi riguarda non ho mai preparato il boccone masticato preferendo costringere a una sorta d'allenamento chi osserva.
Zoe: Soffermarsi vuol dire riflettere, e credo che sia importante invitare le persone a farlo. Questa piccola "costrizione" a cui è sottoposto lo sguardo di chi osserva le immagini che abbiamo creato è fondamentale anche per spingerlo ad assimilare i concetti che ci sono dietro ogni personaggio.

Le foto sono come dei rebus, pieni di riferimenti più o meno evidenti. Ne analizzate qualcuna?
Dido: Phuong è una giovane donna, una guida, una guerriera …forse non sa che la maschera che ha trovato e indossa, come il copricapo, sono antichi simboli di un altro guerriero: Andreas Hofer.
Zoe: Emilia, la più giovane di tutti, rappresenta il futuro anteriore, quello stesso futuro in cui l'essere umano e quello robotico conviveranno. Arriverà un tempo in cui non avrà importanza la materia di cui sei fatto ma solo quello che ti rende vivo.

Creators è tra i media partner ufficiali di DRODESERA XXXVII. Per saperne di più sul programma del Festival, andate qui. Per seguire gli aggiornamenti di Centrale Fies, seguitela su Instagram.