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Design

La torre mangia-smog che purifica l'aria di Pechino

Il designer olandese Daan Roosegaarde ha deciso di mettere la sua arte al servizio dell'aria della capitale cinese.
Immagini courtesy dell'artista. Foto di Derrick Wang

La scorsa settimana è stata inaugurata pubblicamente la Smog Free Tower a Pechino, una struttura alta 7 metri che è stata decretata il più grande purificatore d'ambiente esterno al mondo—raccoglie il 75% di polveri sottili, ad esempio le pm2.5 o le pm10, pulisce 30.000 metri cubi all'ora usando tecnologia ionica e elettricità verde, e crea un raggio di aria pulita attorno alla torre.

La mente dietro al progetto è l'artista e architetto olandese Daan Roosegaarde, che ha iniziato a concepire l'idea nel 2013 quando, in visita a Pechino, ha notato il grande livello di inquinamento che avvolgeva la città. Anziché tralasciare la questione ha deciso di usare le risorse collaborative del design lab olandese Studio Roosegaarde per proporre una soluzione creativa.

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Foto di Derrick Wang

Roosegaarde aveva già intrapreso questo tipo di percorso. Chiama questi progetti “paesaggi del futuro”. Alcuni esempi sono: la Smart Highway che illumina le strade usando l'energia solare;  un dance floor sostenibile che genera elettricità grazie alla danza; Windlicht, che ha connesso pale eoliche tra loro attraverso linee di luce prodotte da energia verde. Nel caso della Smog Free Tower, ha unito i suoi fondi a una campagna di crowdfunding per creare una versione pilota che è stata eretta a Rotterdam lo scorso anno con grande successo. Come incentivo a contribuire, Roosegaarde e il suo team di esperti ambientali e designer hanno creato una linea di gioielli Smog Free, che raccoglieva le particelle di smog catturate in anelli e gemelli per camicie.

Lo spostamento della Torre nel distretto artistico 798 di Pechino ha posto una nuova serie di sfide per Roosegaarde—vale a dire, ottenere il supporto del governo cinese riguardo una questione sensibile e capire come implementare al meglio il progetto Smog Free, nella città che lo ha ispirato prima e in altre città poi. Per saperne di più, The Creators Project ha chiacchierato al telefono con Roosegaarde, che si trova al momento a Pechino per supervisionare il lancio del suo progetto.

Foto di Derrick Wang

The Creators Project: In cosa differisce la versione finale della Smog Free Tower rispetto al suo progetto iniziale?

Daan Roosegaarde: All'inizio pensavo di sviluppare il progetto in modo più immateriale, per esempio un classico parco in cui la tecnologia in qualche modo scompariva nell'erba, quasi invisibile. Ma poi mi sono detto “No, sarebbe meglio dargli un po' più di forma, renderlo un luogo dove la gente può trovarsi, fare dei picnic”. Allora abbiamo iniziato a focalizzarci su un'idea di tempio a cielo aperto, ecco perché il design si basa sulla pagoda cinese. Ma allo stesso tempo volevamo che avesse l'aspetto di qualcosa che viene dal futuro, tipo un satellite o una navicella spaziale. In questo modo abbiamo connesso storia e futuro.

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Come è venuto fuori il design vero e proprio del progetto in relazione al suo intento ambientalista?

Credo di essere ispirato al 100% dalle sfide globali come l'uso di energie rinnovabili solari, marine, eoliche. E credo sia compito di designer e artisti smetterla di produrre cose come l'ennesima nuova sedia, lampada, tavolo. Sono così terribilmente stufo di andare a queste fiere di design e vedere sempre le stesse cose. Insomma, ce n'è abbastanza. Credo dovremmo usare il design per migliorare la vita e usare la nostra creatività e il nostro progresso tecnologico per creare luoghi migliori per la gente. Viviamo in un mondo in cui siamo incollati allo schermo del pc per la maggior parte del tempo. Affidiamo al mondo virtuale tutti i nostri sogni, speranze desideri e nel mentre il nostro mondo fisico va allo sfascio. Facciamo finta di niente. Quindi cosa capita quando la tecnologia schizza fuori dallo schermo e crea un legame più concreto con il mondo reale? Puoi ricorrere a termini come open reality, ma ciò che conta è che sto connettendo mondo virtuale a luoghi reali che così tornano a essere positivi per la gente. E la gente se ne rende conto.

Da una parte c'è la tecnologia, e noi amiamo la tecnologia, allo stesso tempo però dobbiamo pensare che è il mezzo, non il fine. C'è quella citazione famosa di Marshall McLuhan, il sociologo canandese che ha detto "Sulla nave spaziale Terra non ci sono passeggeri. Solo equipaggio”. Ed è così che io mi vedo. Non solo come un consumatore ma anche come un produttore, un inventore. Perciò spero con il mio lavoro di alimentare questo tipo di mentalità un po' di più.

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Foto di Derrick Wang

Credi che la tecnologia della Smog Free Tower possa crescere e divenire più consistente, tipo passaggio da cabina telefonica a iPhone?

Penso che ci saranno due traiettorie. Un percorso sarà la Smog Free Tower come soluzione per i parchi. Stiamo ripulendo 30.000 metri cubi all'ora, quindi lo spazio di uno stadio di calcio al giorno, con il 75% di aria più pulita rispetto al resto della città. L'altro percorso si pone a un livello più alto, chiamando in discussione il pensiero e le aspettative della città. Abbiamo invitato inventori e designer cinesi a un simposio nel distretto artistico 798 a proporre soluzioni allo smog e creazioni che possano migliorare la qualità dell'aria. Un ragazzo ha costruito una bici che è in grado di risucchiare l'aria inquinata, pulirla e infine rilasciare aria pulita. Così puoi andare in bici e al contempo respirare aria buona. C'è una donna che ha vestiti che cambiano colore quando il livello di smog si alza troppo. Ritengo che  questo tipo di mentalità creativa possa far scattare soluzioni da cui tutta la città può trarre beneficio. Quindi sì, la Smog Free Tower rappresenta una soluzione locale che crescerà e migliorerà ma la vera soluzione è la mentalità creativa che sta alla base e il fatto di mettere in mostra la bellezza di città verdi e energia verde.

Come è stato convincere il governo cinese ad affrontare la questione e firmare per questo progetto?

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Non è stato facile, certo. Ma il mio sogno è sempre stato quello di realizzare il progetto a Pechino, perché è lì che ho preso ispirazione, sapevo che non sarebbe stato facile perché è un tema delicato. Ma nel corso dei meeting che abbiamo avuto, e specialmente al lancio della versione di Rotterdam, mi sono reso conto che il governo centrale cinese è molto aperto al cambiamento. Penso che cinque anni fa non fosse un argomento trattato, non potevi realmente parlare di ambientalismo. Ma oggi hanno dichiarato una vera e propria guerra allo smog; hanno cambiato il loro atteggiamento e stanno imparando molto in fretta. Sono gente intelligente. Hanno accolto questo progetto perché lavora fisicamente con il parco. È una soluzione diretta. E inoltre, invoglia la gente a diventare parte della soluzione e non del problema.

Desideravo il loro supporto per avere un impatto forte. Dopo questa settimana lavoreremo ad altre versioni e verranno sperimentate in diverse città in Cina. Penso che la Cina, come fa ogni buon governo, realizzi che deve investire in idee innovative per affrontare al meglio il futuro, e questo non si può mai fare da soli. Quindi sì, ci è voluto un po' per conoscersi con il governo cinese, ma abbiamo presto capito che avevamo l'uno bisogno dell'altro per creare qualcosa di impatto.

Foto di Willem de Kam

Quali sono le lezioni principali che hai imparato dall'aver realizzato un certo numero di opere in ambito pubblico e culturale e dalla burocrazia che ne consegue?

Devi davvero credere in ciò che stai facendo. Non mi importa più delle opinioni ormai, mi importa delle proposte, non mi interessa se non sei d'accordo con me se alla fine te ne vieni fuori con una soluzione migliore. Uso questo tipo di mentalità con il mio design team ma anche con i miei clienti e le amministrazioni pubbliche. Dobbiamo andare oltre, non starcene seduti in silenzio. Sono un ragazzo che si innamora dei luoghi prima che delle ragazze, è forse un lato un po' strano di me. Ho davvero un forte legame con i luoghi perciò per me era un vero sogno quello di realizzare questo spazio che facesse bene alle persone anziché danneggiarle. Per questo è nato il progetto Smog Free.

Devi inoltre apprezzare infiltrarti. Da un lato per capire il sistema, capire ciò che conta e al contempo essere in grado di metterlo in dubbio, guardarlo da un'angolazione diversa. Essere molto determinato e creare prototipi. Crea, mostra, sbaglia, continua. Questo è il motivo per cui il mio progetto mi è così caro, perché siamo partiti da zero. Non c'era nulla, ma ora posso di nuovo dormire 30 minuti in più a notte. Ho di nuovo un po' di spazio in testa. D'altra parte credo che se continuiamo a spingere questo genere di mentalità, nelle città cinesi, nel giro di 10-15 anni, non ci sarà più bisogno delle torri che spazzano via lo smog. Questo dovrebbe essere il vero intento. In un certo senso tutto questo si fonda sul desiderio di bellezza e d'altronde l'aria pura rappresenta la vera essenza della bellezza.

Foto di Derrick Wang

Per saperne di più, visitate il sito di Studio Roosegaarde.