Cultura

Quanto è 'realistica' la serie tv su Leonardo da Vinci?

Esistono un sacco di documenti e aneddoti su Leonardo da Vinci, ma come sono stati trattati nella serie con Aidan Turner e Matilda de Angelis su Rai1?
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Foto stampa della serie Leonardo.

Da qualche settimana va in onda su Rai 1 Leonardo, che cerca di raccontare la storia del poliedrico studioso e artista vissuto a cavallo tra 1400 e 1500. 

La serie—una coproduzione internazionale girata in lingua inglese e diretta da Frank Spotnitz e Steve Thompson—è composta da otto episodi, ognuno dedicato alla realizzazione di un’opera di Leonardo nello specifico, dal Battesimo di Cristo al Ritratto di Ginevra de’ Benci

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Per questioni narrative la biografia di Leonardo da Vinci ha ovviamente subito modifiche nella serie, ma da storiche dell’arte vorremmo provare ad analizzare alcuni passaggi, in base alle nostre conoscenze e soprattutto ai documenti a disposizione sull’artista (interpretato da Aidan Turner).

Leonardo, la serie: la storia è accurata?

La vita di Leonardo, nella serie, viene raccontata dai suoi vent’anni in poi. Alcune parti sono trattate con una certa precisione, come l’inizio della sua carriera a Firenze nella bottega di Andrea del Verrocchio, maestro scultore e pittore al servizio di Lorenzo de’ Medici; il processo per sodomia (di cui parleremo più avanti); i suoi viaggi per le corti italiane, come gli Sforza a Milano e i Borgia a Imola.

È stato scelto però di mostrare il Leonardo artista, e poco il Leonardo astrologo, anatomista, musicologo e così via, e di eliminare o rielaborare molti momenti topici della sua biografia. Manca la parte del lavoro per i Medici a Firenze, e il suo primo viaggio a Milano viene raccontato come un’avventura, quando in realtà è la corte fiorentina a spedirlo dagli Sforza. 

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L'Ultima Cena. Immagine di Pubblico dominio, via Wikipedia.

Questi dettagli non sono fondamentali ai fini del racconto, ma la percezione della loro durata potrebbe risultare falsata a un occhio poco allenato. Per dire: per realizzare l’Ultima Cena ci sono voluti quattro lunghi anni, non qualche settimana.

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Leonardo da Vinci era gay?

Si tratta di una delle domande più dibattute di sempre. È certo che l’artista, all’età di 24 anni, si ritrovò a Firenze davanti agli Ufficiali della Notte, accusato di aver intrattenuto rapporti con il presunto prostituto Jacopo Saltarelli. Ma al processo sommario, Leonardo ebbe la fortuna di trovarsi insieme a Leonardo Tornabuoni, membro della famiglia Medici, che favorì la totale assoluzione del gruppo.

A quel tempo era stato istituito un tribunale speciale contro la ‘sodomia’. Come riportato in The Ugly Renaissance dello storico Alexander Lee, in settant’anni di attività, arrivarono al tribunale più di 15mila denunce. Insomma, anche se forse tra queste alcune saranno state infondate, il racconto della Firenze omosessuale del periodo è tra gli elementi più realistici della serie. 

Ora, il fatto che una serie Rai si prenda la briga di esplicitare l’omosessualità—o perlomeno il lato omosessuale di da Vinci—con un bacio in prima serata è doveroso, nel 2021, ma sfugge il motivo per cui l’intera serie inizi, e si regga, su un altro capo d’accusa completamente inventato. Vediamo di cosa si tratta.

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Caterina da Cremona è mai esistita?

Proprio all’inizio del primo episodio Leonardo da Vinci viene arrestato con l’accusa di omicidio: avrebbe ucciso la sua musa e confidente Caterina da Cremona, interpretata da Matilda De Angelis (che viene uccisa anche all’inizio di altre serie tv con un cast internazionale, come succede in The Undoing).

Nulla di tutto ciò però è vero, e nemmeno verosimile: non esistono prove documentarie di queste accuse, e un personaggio vicino all’artista di nome Caterina non è mai esistito.

Leonardo da Vinci, secondo lo storico neoclassico e segretario perpetuo dell’Accademia di Brera Giuseppe Bossi, conobbe di sfuggita “una cortigiana di nome Cremona.” Bossi si rifarebbe ai taccuini originali di Leonardo, conservati alla Royal Collection di Londra, in cui cita solo una volta “la cremonese.”

Plausibilmente, la fiction si rifà alla biografia di Leonardo, uscita nel 2004 e scritta dal biografo contemporaneo Charles Nicholl, in cui si sostiene che l’artista abbia intrattenuto rapporti con lei senza prove concrete.

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A voler dirla tutta, l’unica presunta Caterina davvero esistita, secondo le tracce rinvenute, sarebbe probabilmente la madre di da Vinci. Potrebbe essere una tra Caterina di Meo Lippi e Caterina Buti Del Vacca. Ma anche qui, si sa ben poco, dato che Leonardo non la conobbe, e crebbe col padre con cui, come mostrato nella serie, avrebbe avuto un rapporto conflittuale.

Leonardo da Vinci era davvero un ‘genio maledetto’? 

Negli ultimi anni, è stato quel gran blockbuster del Codice da Vinci ad aver imposto la figura di Leonardo come tormentata, misteriosa e oscura. Una linea che è stata ripresa in un’altra serie tv che sfiorava il fantasy, Da Vinci’s Demons, e anche in quest’ultima sulla Rai. “Un genio come il suo è capace di ogni cosa,” ascoltiamo nel primo episodio, come se una personalità geniale dovesse avere per forza un lato oscuro. 

Come viene raccontato però ne Le vite, la più accreditata serie di biografie di artisti scritta nel sedicesimo secolo dall’aretino Giorgio Vasari, Leonardo da Vinci sarebbe stato di “grandissimo animo,” in ogni sua azione “generosissimo,” solare, e addirittura solito comprare al mercato degli uccelli in gabbia solo per liberarli. Insomma “strano” per l’epoca sì, ma se vogliamo proprio affibbiargli un ruolo più vicino e comprensibile ai tempi attuali, dovremmo piuttosto rappresentarlo come un hippie. 

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Salaì e Ginevra de’ Benci: cosa sappiamo sugli altri personaggi della serie?   

Se deve esserci una “musa ispiratrice” per Leonardo, questa non è sicuramente l’inesistente Caterina da Cremona. È più probabile lo sia stato Salaì, un ragazzo che nel 1490 entrò nella bottega milanese dell’artista come garzone per poi diventare modello e allievo prediletto del maestro, restando al suo fianco per ben 29 anni. Nella serie, almeno rispetto a quel che abbiamo visto finora, viene descritto semplicemente come un giovane modello, prostituto e ladro non appena ne ha l’occasione. 

Esistono però decine di teorie secondo cui il viso androgino di Salaì venne sfruttato non solo per i personaggi maschili, ma anche per i personaggi femminili—come nel caso della Gioconda.

E anche se le congetture sul rapporto tra Salaì e Leonardo abbondano, una cosa è certa: tramite il testamento dell’artista toscano, sappiamo che al suo prediletto vennero effettivamente lasciati in eredità una vigna e alcuni dipinti. 

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Al contrario, nella serie il personaggio che forse viene descritto con più accuratezza è Ginevra de’ Benci, figlia di Amerigo Benci, amico del padre di Leonardo. Ginevra è tra le più colte nobildonne dell’epoca e, nonostante fosse sposata, pare avesse una relazione (perlomeno platonica) con l’umanista Bernardo Bembo. Questa sarebbe provata sia dal loro scambio epistolare che dalla lettura a raggi infrarossi del ritratto di da Vinci.

Nella puntata dedicata al suddetto ritratto, il rapporto tra Ginevra e Bembo è effettivamente causa di un litigio furibondo tra il padre della ragazza e Leonardo—e forse questa è l’unica parte più fantasiosa del capitolo, ma rende davvero bene l’idea. 

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