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Unicorni, steroidi e cinemascope

Sandro Ravagnani e Ivano de Cristofaro, aka gli ideatori di "Dreamland, la terra dei sogni", il film che scriverà una pagina di storia del cinema italoamericano

Sandro Ravagnani e Ivano de Cristofaro: sicuramente ne avrete sentito parlare per la loro ultima prodezza, Dreamland, la terra dei sogni, “il film che scriverà una pagina di storia del cinema italoamericano,” e che effettivamente è riuscito nell'impresa, scrivendo non una pagina ma un intero capitolo, forse uno dei più atroci mai concepiti.

Scommetto che prima dell'uscita del film, molti di voi si erano posti qualche domanda di fronte ai gargantueschi cartelloni che impestavano molte città d'Italia. “Sarà una pubblicità di integratori steroidei? Il sequel italiano di Baywatch?”

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Ora sapete che si tratta di qualcosa di più machiavellico. Il progetto Dreamland nasce dalla collaborazione dei nostri Sandro e Ivano, il primo regista del film, il secondo attore protagonista e sceneggiatore, entrambi appassionati di sogni e di muscoli. Nessuno prima di loro aveva avuto il coraggio di narrare le gesta anaerobiche di un bodybuilder in crisi esistenziale, protagonista di una serie di conversioni spirituali che lo portano dal bullismo al bricolage e dal bricolage al bodybuilding. Passaggi quasi inspiegabili se non si pensa al fortunato esempio di Arnold Schwarzenegger, il redentore dei culturisti.

Gli amici Arnold e Franco Columbu (co-protagonista di Dreamland) pompano duro insieme

Anche l’ambientazione del dramma è una specie di spazio-tempo utopico situato tra i due continenti, forse nei pressi del Triangolo delle Bermuda—sarà una tecnica dell’abile regista per depistare lo spettatore. Insomma, dopo aver visto il film mi sono sentita talmente sbalestrata che per chiarirmi le idee mi sono fatta un giro su Mymovies, dove il film è valutato addirittura due stelle su cinque. Approfondendo, ho notato che la maggior parte dei commenti appartengono ad un certo Sebastianosandro e a “Ken il guerriero”. Quest’ultimo scrive così:

Mentre Sebastianosandro dà cinque stelle al film, definendolo “capolavoro.” Questi due nickname, per qualche motivo, mi sono risultati sospetti. Approfondendo la questione ho scoperto con mio sommo sbigottimento che appartengono ai due autori di Dreamland, Sebastiano Sandro Ravagnani e Ivano De Cristofaro. Ho scoperto anche che Dreamland è solo la punta dell’iceberg, e che sotto questi due prolifici autori c’è una realtà parallela selvaggia e inesplorata.

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A questo punto è bene fare un passo indietro e illustrare gli antefatti: Sebastiano Sandro Ravagnani, sceneggiatore televisivo e giornalista, conosce Ivano De Cristofaro, ex personal trainer di Reality Circus, intorno al 2009, anno in cui Ivano vince il premio “Il più bello d’Italia-USA” (pure l’unico anno in cui il concorso ha avuto luogo). La presidentessa della giuria era Moira Orfei. Ravagnani, oltre ad essere il biografo ufficiale della Orfei, ha vinto un Telegatto e ha stretto la mano al Papa.

Meglio vincere un Telegatto o conoscere Wojtila? Non è un problema di Sandro

Nonostante questi numerosi riconoscimenti, dopo aver conosciuto Ivano, Sandro ha deciso di abbandonare la carriera istituzionale e costruire con la fantasia e con i nuovi media una realtà parallela in cui, tendenzialmente, i personaggi della Disney interagiscono con i bicipiti di Ivano De Cristofaro. Dal canto suo, Ivano, una volta congiuntosi a Ravagnani, si è reso conto di non essere solo una massa muscolare concupiscibile, ma di poter attingere alle profondità del proprio raziocinio per creare qualcosa di significativo, si è scoperto scrittore e ha partorito la sceneggiatura di quello che poi si sarebbe trasformato in Dreamland.

Ma prima dell'ultima fatica, i due hanno prodotto, tramite la società World Business Entertainment, Cosa farò da grande, un viaggio di fantasia su mille luci di felicità. Data la poliedricità che caratterizza l’opera di questi autori, non si capisce a prima vista se si tratta di un libro, di un film o di un sito internet creato ad hoc per stracciare le palle con suoni di uccelli a intermittenza. Nemmeno si coglie il disegno ultimo di mostrare Ivano de Cristofaro a petto nudo che trasporta un bimbo senegalese all’interno di uno zoo safari, mentre una voce fuori campo racconta che gli unicorni stanno brucando i pascoli dei sogni.

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"Un viaggio di fantasia su mille luci di felicità." Letteralmente.

E proprio quando uno crede di cominciare a capirci qualcosa, di realizzare che forse si tratta solo di un modo fantasioso per sensibilizzare il grande pubblico sui problemi del terzo mondo, ecco che s’incappa nella sezione “Le Dodici Tavole”, in cui Ivano recita con i suoi abili pettorali in una specie di fotoromanzo beckettiano, accompagnato da una musica da porno gay.

Ora, mi chiedo veramente se sono io che ho un limite a comprendere l’arte o se questi due si siano spinti un po’ troppo avanti con la sperimentazione, come nella tavola “Classic” in cui Ivano, con prorompente vanesia, rappresenta un intraprendente scultore che porge con piacere le sue natiche alle fatine della realtà.

Ivano, il più bello d’Italia-USA

Certo, spulciando tra i preferiti del canale YouTube di Ravagnani, avevo trovato un paio di video che ritraevano ragazzi omoaffettivi a petto nudo tutti turgidi e bagnati (come Gay Hunx part one), ma avevo anche trovato il poetico video La fantasia di Sandro Ravagnani, in cui un trenino rosa e blu corre tra le rotaie dei sogni passando tra il ponte di Moira e la galleria di Ivano. Cioè, mi sembrava troppo sempliciotto pensare che tutto questo pippone verboso di sito internet e poi il film sulle cricche di culturisti fosse solo una trovata di Ravagnani per portare il soft porno dei suoi Gay Hunx sul grande schermo.

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Povero Sandro, l’assessorato alla cultura gli ha pure tagliato i fondi. Forse il governo lo discrimina perché il suo immaginario popolato da Looney Tunes e Village People è troppo provocatorio per la mentalità ristretta degli italiani?

Franco e Ivano: coppia vincente, anche nell'artigianato

Ovviamente quando il grande pubblico si renderà conto delle potenzialità di questa coppia di autori, le fantasie di Ravagnani e le natiche di Ivano troveranno onore e gloria, anche grazie ai prossimi due capitoli della storia—dato che, per nostra fortuna, Dreamland è una trilogia—e come è già successo per altre cose trinitarie, il popolo forse faticherà ad accettarle in prima istanza, ma col tempo diventeranno una religione.