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Salvador Dalí

La polizia ha riesumato il corpo di Dalí e quello che ha trovato è surreale

Dopo 28 anni, il corpo di Dalí è stato riesumato la settimana scorsa. E i baffi sono ancora intatti.

Spesso la parola "miracolo" viene usata con una certa leggerezza, ma è quella che ha pronunciato l'imbalsamatore Narcís Bardalet nel descrivere il ritrovamento dei baffi intatti di Salvador Dalí dopo la sua esumazione.

Gli esperti della scientifica hanno rimosso il corpo dalla sua tomba dietro il museo Dalí di Figueres (Spagna) alle 22 e 20 ora locale del 20 luglio. Se non avete seguito la complicata vicenda del ritorno dell'artista dal mondo dei morti, c'è in ballo una causa relativa a un'attribuzione di paternità, che la 61enne cartomante Pilar Abel ha portato davanti al governo spagnolo. Sua madre le ha raccontato, sin da giovane, che Dalí era suo padre. Un test del 2007 basato sulla pelle e i capelli presi dalla sua maschera mortuaria si è rivelato inefficace, così il mese scorso una giuria di Madrid ha ordinato l'esumazione affinché si potesse prelevare del materiale genetico.

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Bardalet e una squadra di esperti hanno rimosso la lastra di pietra da una tonnellata che bloccava l'ingresso alla tomba per raccogliere capelli, unghie e due grandi ossa, stando a quanto dice il Guardian. "I baffi sono ancora intatti, come lancette che segnano le dieci e dieci, proprio come piacevano a lui. È un miracolo", ha detto alla radio catalana RAC1 Bardalet, che si era occupato del corpo di Dalí anche all'epoca della sua morte nel 1989. "La sua faccia era coperta da un fazzoletto di seta, un fazzoletto magnifico… E quando l'abbiamo rimosso, sono rimasto meravigliato vedendo che i baffi erano perfettamente intatti… Ero davvero sconvolto."

Ha aggiunto che quei baffi iconici rimarranno tali "per secoli", e la scienza gli dà ragione. È un luogo comune errato quello per il quale i capelli e le unghie crescono anche dopo la morte - è un'illusione ottica creata dalla disidratazione della pelle — ma i capelli sono effettivamente fatti di cheratina, una proteina non solubile che non si decompone.

Abel sostiene che la relazione di sua madre con Dalí abbia avuto luogo nel 1955, un anno prima della sua nascita. Antonia Martínez de Haro lavorava come babysitter a Port Lligat, dove Dalí e sua moglie Gala passavano le estati. Le storie sulla vita sessuale di Dalí sono varie e confuse, da quelle che sostengono che l'artista fosse ancora vergine quando ha conosciuto la moglie, a quelle che dicono che la masturbazione fosse il suo unico sfogo sessuale, o che fosse un voyeurista che preferiva guardare Gala con altri uomini, che fosse impotente, e che abbia avuto una storia con il poeta Federico García Lorca. Se queste storie fossero confermate, getterebbero più di qualche ombra sulla verosimiglianza di una tradizionale relazione sessuale tra Dalí e la signora Martínez de Haro.

I risultati del test del DNA saranno disponibili nel giro di qualche settimana. Il caso verrà ripreso a settembre, e la posta in gioco è molto alta. Se la Abel dovesse rivelarsi essere sangue del sangue di Dalí, le spetterebbe fino a un quarto dell'eredità dell'artista, stimata intorno ai 300 milioni di dollari, oltre alla totale libertà sull'uso del nome, che sarebbe anche il suo.

L'esumazione ha in ogni caso sollevato un discreto polverone. La Fondazione Salvador Dalí ha provato a opporsi al provvedimento, ma senza successo. Il sindaco di Figueres, Marta Felip, ha dichiarato a RAC1 che l'esumazione è stata un'iniziativa "grottesca", e ha annunciato che farà causa alla Abel chiedendole di ripagare il costo dell'operazione se il risultato del test sarà negativo.