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arte e scienza

L'arte di Luca Pozzi al CERN è un oggetto quasi-stellare

"Un'opera d'arte è quella cosa che sembra impossibile ma accade comunque".

Il Fermi Large Area Telescope (LAT) Spring Collaboration Meeting fa incontrare ogni anno più di 150 studiosi di Fisica di tutto il mondo, per discutere di quanto ha raccolto nei 365 giorni precedenti il telescopio spaziale intitolato al grande fisico italiano.

Quest'anno alla manifestazione, che si è svolta nell'Auditorium del CERN, c'è stato spazio anche per l'arte di Luca Pozzi, che ha presentato il suo progetto Blazing Quasi-Stellar Object, a cura del duo Francesco Urbano Ragazzi. Nella stessa sala dove è stata annunciata al mondo la scoperta del bosone di Higgs, Pozzi ha portato una serie di interventi ambientali e performativi, da un lato non strettamente legati all'astrofisica, ma che di certo ne riflettono in qualche modo la visione del mondo (o, per meglio dire, le visioni — al plurale).

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Luca Pozzi al CERN durante la lecture

Si tratta di un'opera multimediale composta principalmente da una lecture di stampo anche performativo presentata il 29 marzo, arricchita da un apparato scenico che comprende animazioni, elementi scultorei e uno screensaver donato ai partecipanti e a scaricabile dal sito della NASA: un'animazione 3D che rappresenta una teoria immaginaria che mescola suggestioni figlie della gravità quantistica con immagini raccolte dal Fermi-LAT.

Le sculture sono quelle della serie Fingers crossed, pannelli di alluminio che registrano la fluttuazione magnetica generata da palline da ping pong sul punto di scontrarsi. C'è poi anche un'installazione sonora con scultura: nel parco dei macchinari obsoleti del CERN — cose di settant'anni fa, che ormai sono diventate sculture — Pozzi ha messo delle casse sonore che diffondevano nell'ambiente naturale una playlist di canti di gibboni. Urla che, curiosamente, sono del tutto identiche alle frequenze sonore che sono state scoperte nelle onde gravitazionali.

La lecture ha riguardato il dipinto Bacco e Arianna di Tiziano, raccontato nel dettaglio da quello stesso palco che ha visto nei decenni susseguirsi importanti annunci scientifici. Attraverso video e slide, l'artista ha raccontato agli scienziati la complessa stratificazione di segni, storie, informazioni e piani temporali differenti presenti nel capolavoro tardo-rinascimentale.

Questo andando anche a evocare l'idea dell'astrofisica multi-messaggera, approccio per il quale lo stesso evento cosmico viene captato da molteplici osservatori sensibili alle diverse emissioni di particelle associate all'evento. Una cosmologia, cioè, che non guarda soltanto alla luce visibile ma vede l'universo attraverso messaggeri diversi — onde gravitazionali, neutrini, la materia oscura e i raggi gamma — offrendo segnature sperimentali differenti ma un'interpretazione unificante del fenomeno: un puzzle di sorgenti che arricchiscono e completano l'immagine globale, come una comunità che si occupa di connettere modi diversi di vedere la stessa cosa.

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"Hanno chiamato me come un punto di vista esterno che si va ad aggiungere a questo puzzle di punti di vista, l'arte e la scienza. La sala conferenze in cui si è tenuta la performance è estremamente significativa, perché rappresenta quel raccordo tra la comunità scientifica iperspecializzata e il mondo che riceve questi messaggi. Mi sono letteralmente appropriato di questo spazio, l'ho trasformato cambiando innanzitutto le luci e poi inserendo una serie di sculture anche all'interno delle postazioni… Le sculture erano mimetizzate nella sala, erano poste sullo stesso piano degli ospiti," ha detto Luca a Creators.

"Poi in questa cornice ho tenuto una lecture sul Bacco e Arianna di Tiziano, un quadro che, come la cosmologia multi-messaggera, è il risultato di più sorgenti. Ha dentro l'Eneide, i baccanali, milioni di citazioni provenienti tanto da scritti della mitologia che dalla storia rinascimentale che dalla biografia di Tiziano stesso. Ho cercato di creare una narrazione che ricordasse quella di un film: la lecture aveva questa musica di sottofondo che le dava un pathos molto hollywoodiano".

L'approccio radicalmente interdisciplinare dell'operazione indaga la natura dell'informazione. Che si tratti di pittura o di astrofisica, è infatti lo scambio di informazioni a determinare le infinite possibilità che la mente umana può immaginare.  Energia e comunicazione, o informazione e interazione. È l'energia a produrre, oltre a tutto il resto, anche l'informazione? Comunemente si pensa così, ma Pozzi cerca di dimostrarci il contrario.

Importante tanto quanto il lavoro fatto al CERN è infatti l'altro piano della realtà dove l'opera si svolge, e cioè quello mediatico: è anche con la propagazione sui media, incluso proprio quello che state leggendo ora, che l'opera raggiunge la sua completezza. La diffusione sui media è un altro lavoro espositivo, che continua a diffondere l'informazione e, così facendo, a generare energia.

Una delle sculture della serie Finger Crossed

Per saperne di più sui lavori di Luca Pozzi, visitate il suo sito. Per seguire invece i progetti artistici promossi dal CERN di Ginevra, visitate il sito di The Internet Saga.