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Attualità

Il cortometraggio 'Hyper-Reality' è una distopia in realtà aumentata

Il futuro di Keiichi Matsuda è un "googlamento" esistenziale continuo.

Sei anni fa, il filmmaker, designer e artista Keiichi Matsuda ha girato due film—Augmented (hyper)Reality: Domestic Robocop e Augmented City 3D—che esplorano il nostro futuro tecnologicamente potenziato. Piuttosto che provare a immaginare esattamente come sarà, Matsuda ne ha creato una visione esagerata con schermi pop-up dappertutto—talmente invadenti da rendere la realtà fisica quasi invisibile. Ora, Matsuda lancia il suo ultimo film, Hyper-Reality.

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La realizzazione è durata circa due anni, ed è stata finanziata per lo più tramite Kickstarter. Il corto di sei minuti è uno sguardo satirico e provocatorio su un mondo dove il digitale non sarà più soltanto dietro lo schermo, ma anche tutt'intorno a noi, come un sorta di rivestimento virtuale. Ambientato a Medellin, in Colombia, e girato dal punto di vista del protagonista, rappresenta un mondo di "googlamento" esistenziale dove un giro al supermercato diventa un trionfo di display digitali, bip, email, finestre di chat, pubblicità, frutta cantante e Tamagotchi. Un overload sensoriale simile a quello che provi la prima volta che esplori un video arcade, quella sensazione di essere bombardati e sopraffatti da visual psicotropi e suoni acuti, ma più intensa.

Matsuda si definisce un designer critico e il suo film è effettivamente una forma di design satirico, una parodia delle interfacce a realtà aumentata del futuro portate a livelli estremi, che creano una città super-modificata dove gli schermi virtuali catturano la nostra attenzione dappertutto. Non si tratta di una distopia, ma certamente nemmeno di una utopia. Una cosa che si trova da qualche parte nel mezzo.

Un'altra idea che ricorre è la gamificazione, per mezzo della quale la meccanica dei videogiochi invade le nostre interazioni con il mondo reale. I punti e le ricompense ti servono per andare a fare la spesa… "I gamer sono davvero bravi a far fare le cose agli altri," ha spiegato Matsuda in un Q&A che ha seguito una proiezione del film. "Secondo me quando sei in questo mondo dove tutto è un mezzo e vuoi provocare certi comportamenti per far spendere soldi alla gente o simili. Il sistema-punti è molto potente. Potremmo quasi evitare di usare i soldi e inventare un mondo dove puoi usare i tuoi punti reputazione o simili."

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La gamificazione è soltanto una parte del tutto, comunque—c'è molto da criticare in questo mondo saturo di media. Il video fatto di varii riferimenti, sorprese e dettagli che rendono necessarie più visioni. Matsuda dice che il film ha richiesto così tanto tempo per esser realizzato perchè voleva che tutto avesse un significato. Lui e il suo team hanno trascorso mesi a disegnare un sistema operaticvo AR, per esempio, così da comprenderne la logica e poterla applicare al film.

Questo film non chiude il progetto, comunque. Matsuda vorrebbe realizzarne altri due per esplorare il punto di vista dei diversi personaggi. In Hyper-Reality la protagonista è una specie di blogger, che più che scrivere vive filmando e trasmettendo la città intorno a lei, pubblicizzando in tempo reale i vestiti che indossa e altri prodotti per guadagnare soldi. Il film che seguirà, che è già stato scritto e parzialmente realizzato, guarderà questo stesso mondo da una prospettiva enormemente diversa, esplorando il digital divide del futuro.

I prossimi film saranno portatori di una narrativa più ampia all'interno di questo hyper-mondo. Per Matsuda, tuttavia, è importante generare un dibattito sulla realtà aumentata e sul concetto di computing onnipresente, un futuro che fa già parte dell'esistenza che la Silicon Valley e gli altri colossi della tecnologia hanno progettato per noi—pensate a HoloLens e Magic Leap. La domanda è: lo vogliamo davvero?

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"Tutti vedono la realtà aumentata come la naturale evoluzione dello smartphone. Io non lo so, ci sono molte possibilità interessanti, ma ogni volta mi viene da pensare alle conseguenze che tutto ciò ha sulla nostra privacy. Finché sei in questo mondo vivi in uno stato di sorveglianza continua. Tutte le tue conversazioni vengono monitorate, e il tuo valore sociale ti compromette su molti fronti. Il film è un tentativo di capire se quel livello di invasione è ciò che vogliamo. Vale la pena accettare un mondo simile, prima che sia troppo tardi?"

Tutte le immagini: courtesy di Keiichi Matsuda