Cultura

Abbiamo intervistato i fan di Supreme all'apertura dello store a Milano

Ha aperto il primo negozio di Supreme in Italia, e per l’occasione è stata lanciata la maglia box logo col Cenacolo—che i collezionisti già vorrebbero.
Vincenzo Ligresti
Milan, IT
Carlo Casentini
Milan, IT
supreme milano
Alcuni ragazzi nei pressi dello store Supreme di Milano.

Dopo anni di voci e leak che preannunciavano l’apertura del primo store Supreme in Italia, il 6 maggio 2021 alle ore 11 del mattino è successo in uno dei posti più probabili: a Milano, precisamente in piazza San Simpliciano, in una zona piuttosto ricca della città a due passi da corso Como. Si tratta del tredicesimo store nel mondo, e il terzo in Europa dopo Londra e Parigi.

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Supreme è uno dei marchi di streetwear più famosi al mondo. È nato nel 1994 a New York da un’idea del fondatore James Jebbia, che nel primo store di Manhattan assunse come commessi skater dall’aria un po’ strafottente e comparse del film Kids.

Da allora, il suo successo si è basato in larga parte sulla condizione di “esclusività”, che con gli anni ha creato una vera nicchia di collezionisti incalliti e reseller che rivendono i drop a prezzi maggiorati su siti come Klekt, Depop e simili.

Oggi c’è chi dice che il marchio stia perdendo il suo appeal, altri non ne mettono in dubbio la forza. Al momento comunque le cose vanno bene, e lo scorso anno Supreme è passato sotto il controllo del gruppo Vf Corporation per la cifra di 2,1 miliardi.

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Per poter accedere allo store di Milano nella giornata inaugurale bisognava iscriversi e sperare di essere sorteggiati. Le persone selezionate si sarebbero potute trattenere solo 15 minuti all’interno, e acquistare solo un pezzo per ogni capo (insomma: non potevi comprare la stessa maglia per l’amico che ti aspettava fuori).

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Noi eravamo lì per sondare un po’ i presenti—moltissimi ragazzi, poche ragazze, alcuni youtuber come Surry, cantanti come Ghali o calciatori come Hakimi, e qualche mamma che accompagnava il figlio—mentre la sicurezza cercava di evitare gli assembramenti. Il pezzo più ambito? La maglia box logo con sfondo Cenacolo per festeggiare l’apertura dello store, con un prezzo accessibile (44 euro), ma rivendibile a mooooolto di più.

Chung, 33 anni

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VICE: Ciao, sei qui per l’apertura del negozio?
Chung:
Ho saputo dell’apertura all’ultimo, un po’ per caso, e non sono riuscito a registrarmi per l’estrazione dei ticket per l’ingresso. Sono comunque qui perché, in qualche modo, spero di riuscire a entrare.

Sei molto appassionato di Supreme? 
Mi piace che vesta molto oversize e che rappresenti la cultura skate, ma soprattutto che i pezzi siano così rari. Abito a Milano da due anni ormai, e ho aperto un sito in coreano dove rivendo capi di alta moda comprati in Italia, come Prada, Fendi, Chanel.

E anche Supreme?
No, i capi Supreme li compro solo per me—e quasi sempre online.

Qual è il tuo pezzo più raro?
La giacchetta in collaborazione con Stone Island è il capo più costoso che ho, l’ho pagata più di mille euro. Mi piacciono molto le collaborazioni tra brand.

Andrea, 27 anni

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VICE: Sei stato il primo cliente a entrare, aspettavi da tanto questo momento?
Andrea:
Sì, da quando ho sentito le prime voci sull’apertura del negozio nel 2016. Riesco ad andare in uno store Supreme almeno una volta all’anno in occasione di un drop che mi interessa particolarmente. Sono stato a Parigi, Londra e Los Angeles. Mi sono perso per poco l’apertura dello store di San Francisco, purtroppo ci sono andato una settimana prima che aprisse.

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Quanti capi Supreme hai?
Ne ho tanti, e quasi tutti quelli che non ho comprato nei vari negozi li ho presi da reseller. Purtroppo non riesco quasi mai a comprare dal sito ufficiale, ma quando posso cerco di organizzare degli scambi con altri collezionisti, per evitare di spendere.

Cosa pensi dei brand che imitano Supreme?
Supreme Barletta ha cavalcato l’onda nel momento giusto, però ha copiato totalmente la brand identity di Supreme. Non ha senso. Quando mi capitava di vedere i loro vestiti nei negozi, li evitavo sempre. D’altronde ormai ho l’occhio, riesco quasi sempre a riconoscerli.

Cosa hai comprato in negozio?
Ho preso la maglietta iconica con il Cenacolo, il completo in denim, una polo e una tavola che probabilmente appenderò.

Ginevra, 23 anni

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VICE: Ciao Ginevra, come mai qui?
Ginevra:
Seguo Supreme da un anno e mezzo, mi ci ha fatto appassionare il mio ragazzo. È bello che abbia aperto un negozio a Milano, e mi sento fortunata a essere potuta entrare il primo giorno. 

Il tuo ragazzo non è riuscito a entrare?
No, non è stato selezionato. Mentre io, tra raffle e concorsi, sono sempre piuttosto fortunata. Una volta ricevuta la conferma che eri tra i selezionati, avevi poco tempo per mandare il messaggio di risposta. Non avevo internet né soldi sul telefono, e sono dovuta correre a fare una ricarica, ma alla fine ce l’ho fatta!

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Secondo te come mai ci sono poche ragazze tra le persone presenti?
Credo perché il mondo dello streetwear è principalmente maschile. Ci sono anche figure femminili che ne fanno parte, ma sono veramente poche—anche se il trend è in crescita da questo punto di vista.

Cos’hai comprato?
Ho preso delle calze, la storica box logo di Milano e la giacca di jeans. Abbiamo anche altri capi, ma visto che stiamo ristrutturando casa stiamo aspettando che esca la “Panton chair”. Studio design e mi piacerebbe arredare la casa con questo stile.

Angelo, 19 anni  

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VICE: Ciao, sei uno dei fortunati che entrerà nel negozio?
Angelo:
Sono tra quelli che sono riusciti a registrarsi sul sito per l’estrazione, ma purtroppo anche fra quelli che hanno ricevuto questo sms: “Non sei stato selezionato per partecipare al release di nuovi prodotti di questa settimana. Invia STOP per disattivare tutti i messaggi di testo.” Sono venuto comunque per vedere un po’ l’ambiente.

Pensi che, rispetto a qualche anno fa, ci sia ancora lo stesso hype su Supreme?
Come molte altre cose, con la diffusione ha perso un po’ il suo senso. La cosa figa era che fosse legato alla nicchia degli skater di New York, però alla fine neanche io sono uno skater, quindi sarei ipocrita a criticare questo aspetto. 

In ogni caso, è un peccato che se vuoi comprare qualcosa per indossarla, devi lottare con tutti quelli che invece vogliono solo rivenderla a un prezzo maggiorato. Ad esempio, tempo fa mi sono iscritto a due concorsi per poter acquistare delle scarpe Nike per Off-White e ci sono riuscito.

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Ora, invece, con tutti i bot e i sistemi automatici che usano i reseller è davvero difficile riuscire a prendere i capi a prezzo di retail. Anche la felpa North Face x Supreme che indosso ora ho dovuto comprarla da un sito di resell, Klekt, a un prezzo maggiorato: circa 220 euro invece che 180.

Hai chiesto a qualcuno di comprarti la maglietta dedicata all’apertura dello store?
Sono realista, nessuno entrerà e mi prenderà la maglia visto che se ne può acquistare una sola, ma se qualcuno esce e vuole vendermela a un prezzo ovviamente molto più alto la prenderei volentieri. Penso che la metterei direttamente in una teca.

Francesco, 22 anni   

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VICE: Sei appena uscito dal negozio, com’è andata?
Francesco:
Meglio di quanto mi aspettassi, era tutto molto ben organizzato. Ho visto dei video delle code a Londra e c’era molta più gente ammassata.

Cos’hai comprato?
Ho preso ovviamente la t-shirt box logo fatta apposta per il negozio di Milano, una felpa box logo in collaborazione con l’artista KAWS rosa, una giacca di jeans, dei cappellini, delle calze e una tavola, che non poteva mancare. In realtà non vado in skate, ma la terrò per collezione.

Raccontaci della tua passione per Supreme.
Seguo Supreme da due anni e mezzo, durante i quali ho comprato circa venticinque capi, soprattutto t-shirt. Il mio pezzo più raro è la box logo COVID-19. Di solito compro online, ma per l’apertura del primo negozio in Italia non potevo mancare e sono venuto apposta dalla Toscana.

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Hai mai rivenduto dei pezzi Supreme?
Rivendo solo per poi potermi comprare i pezzi che mi piacciono di più, ma non sono un reseller.

Federico, 19 anni   

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VICE: Ciao Federico, sei riuscito a registrarti per entrare nel negozio?
Federico:
Purtroppo non sono stato selezionato, ma spero di riuscire ad entrare. Mi piacerebbe riuscire a comprare una maglietta e una felpa da tenere per me, e magari provare a rivendere la box logo con il Cenacolo. Nel frattempo, sono qui per fare delle riprese per il mio canale YouTube.

Sei appassionato di Supreme da tanto?
È il mio brand preferito da sempre, in generale il mondo dello streetwear e dello skateboard mi fa impazzire. Poi mi piace il fatto che Supreme non sia un brand di lusso, con trenta euro puoi prendere un capo che poi assume un valore molto superiore.

C’è ancora lo stesso hype di qualche anno fa attorno a questo brand?L’hype è sceso, ma secondo me è un bene. Alla fine così è diventato più accessibile: se ti piacciono i loro vestiti te li puoi prendere, chissenefrega dell’hype.

Rebecca e Francesca, 20 e 18 anni

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VICE: Cosa vi piace di Supreme?
Rebecca e Francesca:
Supreme è stato un brand fondamentale per lo streetwear, anche per come hanno organizzato i negozi e i drop. Noi lo seguiamo da anni, da quando è “diventato hype”.

Non abbiamo ancora nessun capo Supreme, ma vorremmo un po’ di tutto, in particolare la box logo. Un nostro amico è stato selezionato per entrare nel negozio, speriamo che ci prenda qualcosa.

Tra gli appassionati di oggi, ci sono davvero poche donne. Come mai?
Lo streetwear tra le donne si sta diffondendo molto più lentamente, e Supreme è un brand prettamente maschile. Nonostante sia unisex, le forme e i volumi sono molto maschili, e spesso è difficile indossarlo a meno che non si abbia uno stile molto skater.

Già adesso comunque si vede molta più varietà tra chi frequenta questi negozi rispetto a qualche anno fa.

Secondo voi, quindi, qual è il futuro dello streetwear?
Lo streetwear è sempre più di moda, ma probabilmente fra cinque o sei anni si chiuderà il suo ciclo—come capita sempre con le mode—e ci sarà un ritorno a uno stile più classico. Poi si ricomincerà.

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