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Fotografia

Esplorando i monumenti brutalisti abbandonati della ex Jugoslavia

La fotografa serba Jovana Mladenovic ha immortalato le meravigliose sculture dimenticate del dopoguerra.

Lungo l'ex Jugoslavia ci sono misteriosi e stupendi monumenti, promossi dal rivoluzionario jugoslavo Josef Broz Tito e progettati da architetti modernisti, che adornano il paesaggio. Assolutamente dimenticate, queste sculture di cemento brutaliste, che erano monumenti pubblici dedicati ai caduti della Seconda Guerra Mondiale, rivivono nella serie di foto di Jovana Mladenovic intitolata Monumental Fear.

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Questa serie, non solo esplora il trionfo dell'ex Jugoslavia sul fascismo, ma richiama la dolorosa crisi che ha portato alla divisione in tanti stati balcanici. Inoltre, è un poema visivo pensato per celebrare la creatività del popolo serbo.

Dopo aver studiato fotografia alla University of Arts di Belgrado, Mladenovic si è trasferita a Londra per coltivare il suo interesse per la fotografia di moda. Ha presto scoperto, però, di essere più interessata all'arte concettuale e alla fotografia d'architettura. Mentre era in Inghilterra, l'artista ha iniziato a pensare al suo paese, e in maniera specifica ai suoi monumenti comunisti brutalisti.

La ballerina Milena Ogrizovic al Monument Stratiste. Designer: Mates

"Ho solo sentito storie di persone nostalgiche dell'ex Jugoslavia. Come si stava bene, come il paese cresceva e come dopo la guerra tutto smise di crescere, e come le persone hanno pian piano iniziato a dimenticare questi monumenti, specialmente le nuove generazioni," afferma Mladenovic. "Ho molti amici, alcuni dei quali più vecchi di me che non sanno niente su questi monumenti. Volevo fotografarli mentre ero ancora in Serbia, ma non avevo finanziamenti e i miei docenti non erano interessati ad aiutarmi dato che si trattava di un progetto grande."

Dopo essere stata ispirata dalla storia jugoslava, Mladenovic ha scattato il primo capitolo di Monumental fear nella vasta e labirintica Switch House della Tate Modern, un edificio pieno di superfici e strutture di cemento geometriche e brutaliste. E' stato un modo di presentare piccoli e sconosciuti episodi della storia jugoslava ai visitatori della Switch House.

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Milena Ogrizovic davanti al monumento dei caduti. Designer: Dajana Vasic.

"L'idea è che è la storia stessa del monumento a rappresentare tutti quei soldati caduti," afferma l'artista."Molta gente è morta, ma non ci sono tracce." Il lavoro alla Switch House ispirò subito le fotografie che Mladenovic ha realizzato dei monumenti veri e propri.

Monumento alla rivoluzione jugoslava.

Usando una camera di medio formato, le foto sono sia con una ballerina che senza.
Quelle con solo la struttura sono diventate un quadro visivo per alcune sessioni di shooting per le quali Mladenovic ha lavorato con un alcune modelle che posavano imitando la struttura del monumento. Poi ha aggiunto dei ricami rossi (una pratica tipicamente serba), che rappresentano il comunismo ed il sangue versato dai soldati.

Le fotografie con la giovane ballerina vestita di rosso sono state raggruppate in un capitolo intitolato "The Star". In questo capitolo la ballerina assume varie posizioni intorno e sul monumento, a simboleggiare un legame tra la Serbia e la storia dell'ex Jugoslavia.

Foto ispirata dal monumento.

"La ballerina del Teatro nazionale di Belgrado che ha voluto partecipare al progetto è stata perfetta. Mi interessava coinvolgere persone del mio paese," afferma Mladenovic.
"Ho anche coinvolto 5 designer serbi che hanno disegnato 5 diversi vestiti… per me è molto importante dimostrare alla gente che in Serbia c'è tanto da fotografare, creare e mostrare al di fuori."

"Questi monumenti non sono stati creati per spaventare la gente," aggiunge Mladenovic.
"Il senso era celebrare il coraggio del nostro popolo e gioire per la sua gloria. Inoltre, l'idea originale di Tito era quella di realizzare dei teatri intorno ad essi, cosicché la gente potesse andare lì a celebrare le feste, dunque ha perfettamente senso che una ballerina ci balli intorno."

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Milena Ogrizovic beside Monument Kosmaj Partisan Detachment. Designer: Jovana Markovic.

Il pezzo finale del progetto, che è stato recentemente esibito nella mostra collettiva Balkan Contemporary Art, Interruption, è un libro con i suoi scatti accompagnati da alcuni testi.
Il contenitore del libro è fatto di cemento, come una sorta di monumento ispirato alle sculture nelle foto, ma anche ai contenitori di cemento che si vedevano di solito nelle fabbriche dell'ex Jugoslavia. Per l'artista questa installazione è stato un modo per sintetizzare la storia recente del suo paese in un singolo artefatto.

"Ero molto ispirata e ancora ho qualche idea su questo tema," afferma Mladenovic.
"Per ora questo è stato il mio progetto di tesi e sono contenta che a Londra molta gente ha dimostrato interesse, anche se pochissimi serbi conoscono questi monumenti."

Ricamo presente all'interno del libro.

The 'Monumental Fear' book in concrete folder.

Monumental Fear era tra i lavori della mostra collettiva Interruption organizzata dal Balkan Contemporary Art dal 6 Aprile all'11 Maggio.
Clicca qui per vedere altri lavori di Jovana Mladenovic.