Arnaud Adami, Clichy sous la neige, 2021, huile sur toile, 120 x 95 cm
Tutte le immagini per gentile concessione di Arnaud Adami.
Attualità

Arnaud Adami dipinge il nuovo proletariato della gig economy

Nella nostra società, secondo Adami, i rider dei servizi di delivery sono quasi invisibili. Per questo ha deciso di dipingerli.
Jihane Bufraquech
Brussels, BE

La professione del rider tende a essere precaria, un po’ incerta, da alcuni malvista per via dei riflessi più classisti della società—e una piccola mancia o un sorriso, per quanto siano gesti carini, non sono sufficienti a rendere il sistema sano o a ribaltarne le condizioni.

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Per tenere alta l’attenzione sul tema e innescare confronti che portino a politiche davvero efficaci, negli ultimi anni sono stati pubblicati molti studi e ricerche, organizzate manifestazioni, campagne, e realizzate opere d’arte, come i dipinti di Arnaud Adami.

Arnaud Adami oggi ha 26 anni, ma ha cominciato la sua vita lavorativa nel 2015, quando ne aveva 19. Ha trascorso un anno intero in un magazzino spostando scatoloni, prima di rendersi conto che non voleva farlo per il resto dei suoi giorni. Così, anche se non aveva un reale piano B, ha deciso di licenziarsi.

Adami sapeva soltanto che amava disegnare e dipingere e sperava di poterne ricavare qualcosa. “Ho provato a frequentare un corso propedeutico per una scuola d’arte,” racconta. “È stata una scommessa, perché a parte una manciata di tavole non avevo molto da presentare.”

Il piano però ha cominciato a concretizzarsi davvero quando è stato accettato all’École Nationale Supérieure d'Art de Bourges, una scuola d’arte francese. All’inizio Adami ha provato un po’ di tutto: installazioni, ceramiche e sculture, ma solo al secondo anno ha cominciato a lavorare con la pittura, il medium principale con cui oggi produce le sue opere.

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Una volta trovato il suo strumento, però, aveva bisogno anche di soggetti da ritrarre, e ha cominciato quindi a realizzare ritratti ai colleghi della fabbrica in cui lavorava part-time.

Uomo con pettorina gialla che pulisce di fronte a un negozio.

Ritratto di Ludovic, 2021.

Alcuni anni dopo, Adami ha proseguito gli studi presso la National School of Fine Arts di Parigi. “Arrivato in città ho notato il nuovo lavoratore tipo della gig economy, nuova forma di proletariato: il rider dei servizi di delivery,” spiega. “Nonostante però [i rider] indossino i mille colori delle loro aziende, sembra che alla fine diventino quasi invisibili ai nostri occhi. Così mi sono detto che li avrei valorizzati con gli strumenti a mia disposizione.”

Adami ha quindi cominciato a ordinare il cibo sulle app per chiedere ai rider di poter scattargli delle foto.

“Spesso se ne andavano spaventati,” ammette Adami. “Alcuni erano migranti senza documenti e non volevano avere problemi, cosa del tutto comprensibile.” Ma, a dirla tutta, anche i rider coi documenti in regola tendevano a rifiutare.

Senza farsi scoraggiare, Adami è riuscito col tempo a farsi amiche alcune persone del settore, diventate i soggetti della sua indagine artistica sui risvolti della gig economy.

Dipinto a olio di un lavoratore Deliveroo.

"Senza titolo", 2021.

Nonostante la natura indubbiamente politica dei suoi quadri, Adami non vuole però rubare il megafono ai diretti interessati. “Non sostituirò le loro parole con le mie,” dichiara. “Non è questo il mio ruolo. Io mi limito a dipingere, rappresentare e aggiungere delle immagini a un mondo che ne è già pieno.”

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C’è poi il tema di dove mettere questi ritratti, dove mostrarli. Immagini come queste, per incentivare un dibattito costruttivo sulle condizioni dei lavoratori, dovrebbero essere esposte in gallerie a pagamento o in spazi pubblici?

In ogni caso, l’artista si augura che il suo lavoro possa suscitare qualcosa. “Spero possa intervenire e cambiare un poco lo sguardo delle persone,” continua. “Lo ritengo una forma d’attivismo, ma con un pizzico di poesia.”

Dipinto a olio di una lavoratrice Deliveroo.

"Senza titolo" 2021.

Dipinto a olio di lavoratore Deliveroo caduto a terra.

"La caduta dell'uomo delle consegne", 2020.

Dipinto a olio di un carico Deliveroo abbandonato nella neve.

"Senza titolo", 2021.

Dipinto a olio di rider Deliveroo fermo sulla bicicletta.

"Senza titolo", 2021.

Dipinto a olio di un lavoratore Deliveroo steso nella neve.

"Senza titolo", 2021.