FYI.

This story is over 5 years old.

App

La app Magnus è lo "Shazam del mondo dell'arte"

Abbiamo parlato con il creatore della app in crowd-sourcing che vuole rivoluzionare il mondo delle gallerie d'arte.
Immagini: Magnus.net

Unendosi alle fila di strumenti come Arsty e ArtRank, una nuova app, chiamata Magnus, è stata salutata come lo Shazam del mondo dell’arte.

Semplice e concisa, Magnus chiede all’utente solo di puntare lo smartphone verso l’opera d’arte vista in una galleria e immediatamente una pletora di informazioni compaiono sul dispositivo. Ecco che compaiono titolo, nome dell’artista, mezzo impiegato e dimensioni, permettendo anche ai non iniziati di comprendere le componenti fondamentali di un’opera. Forse la cosa cosa più importante è che Magnus mostra anche il prezzo di mercato aggiornato, che sia quello dell’asta o quello proposto dalla galleria.

Pubblicità

La mente dietro Magnus è un imprenditore d’arte trentunenne tedesco, di nome Magnus Resch, meglio noto per aver co-fondato Larry’s List, un database di collezionisti di arte contemporanea, e per la sua denuncia brutalmente onesta sull’inefficienza del sistema delle gallerie, intitolata Management of Galleries.

Resch e il suo gruppo hanno iniziato a sviluppare Magnus nel 2013, tempi lunghi in parte dovuti all’enorme database che la app richiede. Al momento, Magnus è capace di riconoscere oltre 8 milioni di opere realizzate su diversi supporti, una caratteristica impressionante che non farà che crescere man mano che il mondo dell’arte produce altre opere. L’unica sfida della app deve ancora affrontare sono i video, che al momento non sa riconoscere, ma Resch ha detto a The Creators Project che “Amazon, Google e diverse altre aziende stanno lavorando al miglioramento [della tecnologia di riconoscimento immagini]. È solo questione di tempo perché gli utenti possano registrare video con la nostra app.”

Per la creazione e il mantenimento del database, Resch si è affidato a una forma di aiuto moderna e popolare: il crowd-sourcing. “I nostri utenti ci forniscono le immagini; scattano le foto con la app e così le aggiungono al database,” ha spiegato Resch. “Il nostro compito sta nel mantenere il database ordinato e aggiornato sui prezzi che gli utenti aggiungono. Già oggi, deteniamo il database di arte contemporanea più grande del mondo—che tutti possono usare liberamente.”

Nonostante l’orientamento da mercato di Magnus e i problemi relativi alla mercificazione delle opere, Resch crede che la app non alimenti un problema—è solo d’aiuto a chi è giù parte del sistema: “Perché è eticamente sbagliato mostre i prezzi di un’opera agli utenti che sono interessati al suo acquisto? Se sei pronto a spendere 10.000 dollari per un’opera, dovresti sapere che la galleria l’ha messa all’asta un anno prima per 7.000 dollari e non l’ha venduta,” ha spiegato Resch. “Sapere una cosa del genere permette al collezionista di prendere una decisione più consapevole.”

Per ora, sembra che il mondo dell’arte sia d’accordo con Resch e ha accolto Magnus e il suo enorme archivio di informazioni a braccia aperte: “Ho ricevuto commenti estremamente positivi da artisti, galleristi e collezionisti. Nessuna galleria ha chiesto che le sue opere fossero tolte dall’archivio,” ha specificato con estusiasmo Resch. “Non vedo l’ora di lanciarla in altre città.”

Magnus è disponibile gratuitamente per iOS sull’App Store. Andate qui per provarla voi stessi.