Tecnologia

Un gruppo di scienziati ha cercato di fermare un asteroide letale in una simulazione—e ha fallito

Ecco quali sono le condizioni per cui l'impatto di un asteroide sulla Terra sarebbe "sostanzialmente inevitabile".
asteroide impatto sulla terra
Immagine: SCIEPRO via Getty Images 

È l’apocalisse per eccellenza: un asteroide è in rotta di collisione con la Terra, ma viene avvistato troppo tardi per impedirne l’impatto.

Oltre ad essere una delle trame più gettonate nei film catastrofici, questo scenario è anche l’ispirazione alla base della simulazione operata dagli scienziati della NASA alla Planetary Defense Conference, un evento biennale organizzato dall’IAA (International Academy of Astronautics).

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L’esercitazione è un grande classico della conferenza, ma quella tenutasi a maggio 2021 è stata diversa dalle precedenti per due ragioni: anzitutto, l’evento si è tenuto virtualmente per via della pandemia di COVID-19; in secondo luogo, l’asteroide fittizio non è stato fermato—neanche prendendo in considerazione l’opzione nucleare e nonostante tutto l’impegno degli scienziati.

“La simulazione mostrava l’impatto come sostanzialmente inevitabile,” spiega a VICE in una chiamata Lindley Johnson, del programma di difesa planetaria della NASA, sottolineando che era tra i “più difficili scenari” mai presentati alla conferenza.

“Uno degli obiettivi di questa esercitazione è far sentire maggiormente coinvolta la comunità di gestione delle catastrofi e pronta risposta alle emergenze, e ragionare su cosa si troverebbero ad affrontare se noi non avessimo il tempo di dirottare un asteroide nello spazio e un qualche tipo di impatto fosse inevitabile,” aggiunge Johnson.

I dettagli riguardanti questo sasso spaziale ipotetico, battezzato 2021 PDC, sono stati stabiliti dal CNEOS (Center for Near-Earth Object Studies) del Jet Propulsion Laboratory della NASA, che ha tenuto a enfatizzare che l’asteroide “non esiste e dunque non rappresenta una minaccia per la Terra.”

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Il 26 aprile 2021, il primo giorno dell’esercitazione, i partecipanti hanno saputo che l’asteroide misurava tra i 35 e i 700 metri di larghezza e aveva una possibilità su 20 di colpire la Terra intorno al 20 ottobre del 2021.

Per quanto quella possibilità di 1 su 20 sembrasse inizialmente positiva, le notizie sono peggiorate il giorno dopo, che prevedeva un salto temporale immaginario al 2 maggio. Nuove osservazioni di 2021 PDC rivelavano che la probabilità di un impatto su Europa o Africa settentrionale erano ora del 100 percento e l’impatto sarebbe avvenuto di lì a sei mesi.

Il preavviso estremamente breve ha reso impossibile per il team, che coinvolgeva centinaia di persone, sviluppare e lanciare una missione in grado di deflettere o distruggere in tempo il pericoloso corpo spaziale.

“Dato lo stato attuale della tecnologia di cui disponiamo, per organizzare anche solo una missione ci serve un tempo che, diciamo, va da dai due ai cinque anni,” dice Johnson.

Altri brutti segnali sono emersi al terzo giorno della simulazione, che nella finzione coincideva con il 30 giugno, la giornata mondiale dell’asteroide. Le previsioni dicevano che l’asteroide si sarebbe schiantato in una regione relativamente popolosa dell’Europa centrale.

Al quarto giorno, i partecipanti erano ormai a una settimana dall’impatto e la discussione si è concentrata su piani di evacuazione e pronto intervento nella zona dell’impatto, a sud di Praga.

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Stando a un report compilato durante l’esercitazione deviare l’asteroide non era un’opzione fattibile, perché per farlo bisognava mandare un veicolo spaziale a spingere l’asteroide fuori traiettoria molto prima dei sei mesi che il team aveva a disposizione. Il report sottolineava inoltre che un dispositivo atomico per distruggere l’asteroide era “l’unica opzione di mitigazione in scenari con breve avviso,” ma dopo estesi calcoli anche la soluzione nucleare è risultata impraticabile.

Per questo, il team ha raccomandato lo sviluppo di veicoli spaziali di pronto intervento che potrebbero essere pronti al lancio con un preavviso di pochi giorni o settimane.

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The projected crash site. Image: Google Earth/ International Academy of Astronautics (IAA) 2021 Planetary Defense Conference

L’esercitazione ha comunque dimostrato che, anche in uno scenario terribile come questo, è possibile ridurre il numero delle vittime e la gravità dei danni. Se suona come una magra consolazione, considerate che Johnson e colleghi stanno già lavorando a molti progetti che ridurranno ulteriormente le possibilità che un asteroide arrivi a minacciare la civiltà umana.

Entro il 2021, la NASA lancerà la Double Asteroid Redirection Test (DART), una missione che getterà le fondamenta per qualsiasi futuro tentativo di dirottamento degli asteroidi da traiettorie che possono interessare la Terra. DART si posizionerà su un piccolo asteroide che orbita attorno a un asteroide più grosso, in un sistema noto come Didymos, con l’obiettivo di sperimentare in sicurezza questa strategia di difesa planetaria.

In aggiunta, la Near-Earth Object Surveillance Mission (NEOSM), il cui lancio è previsto a metà anni anni Venti, sonderà il sistema solare in cerca di qualsiasi asteroide potenzialmente pericoloso. Missioni come questa sono pensate esattamente per evitare che si presenti un’emergenza come quella simulata alla Planetary Defense Conference, e garantire invece agli scienziati tutto il tempo possibile per preparare un piano.

“Abbiamo la tecnologia necessaria per trovare qualsiasi corpo impattante con largo anticipo—anni, se non decenni,” dice Johnson. “Parte di questo lavoro è far capire alle persone che prima individuiamo una potenziale minaccia, più è possibile per noi risolvere il problema nello spazio e non dover soffrire le conseguenze di un impatto qui.”