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Guarda un video musicale a 360° invaso dai cloni

Nel video, la ballerina Mimi Jeong viene moltiplicata decine di volte, e ogni replica esegue una coreografia in loop.

Nel video di "Chapita" di Mind Enterprises, un esercito di cloni della ballerina Mimi Jeong invade un magazzino vuoto eseguendo dei movimenti ripetuti all'infinito. Il musicista e produttore, Andrea Tirone, ha collaborato con il regista Eran Amir per creare una esperienza di realtà virtuale a 360 gradi, che si avvale della tecnica VR cinemagraph. Nel video, la Jeong viene moltiplicata decine di volte, ogni replica esegue una coreografia elegante e colorata in loop: chi lancia una palla in aria, chi dondola una sedia, chi si dipinge sul corpo.

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Prodotto dal Nexus VR Studio, "Chapita" è tratto dall'album di debutto di Mind Enterprises, Idealist, pubblicato dalla Because Music lo scorso febbraio. Il primo video musicale di Amir è stato girato con una sola fotocamera con risoluzione a 6k e un camera rig realizzato su misura. Pur sfruttando molte tecniche, come molti altri lavori di Amir si basa il più possibile sugli effetti in-camera. Il regista desiderava che l'effetto finale risultasse simile ad una take unica abbinata all'esperienza VR, ecco spiegati i tre elementi chiave.

The Creators Project ha inviato qualche domanda via email ad Amir per saperne di più.

Immagine courtesy dell'artista

The Creators Project: Raccontaci un po' l'idea alla base del video.

Eran Amir: Il tema principale della canzone è lo scorrere del tempo che si ripete all'infinito. Abbiamo cercato di sviluppare questo tema creando un mondo di loop e cloni. La premessa è molto semplice: lo spettatore parte visualizzando un magazzino vuoto (la nostra tela bianca). Il magazzino viene quindi "dipinto" gradualmente dai colori brillanti rappresentati dalla ballerina. Con il procedere della canzone, la protagonista occupa sempre di più lo spazio (catturando l'attenzione dello spettatore)—fino a quando si trova letteralmente in ogni punto dell'inquadratura, rendendo impossibile ignorarla. Si parte con una interazione intima e si finisce con un "esercito" di cloni quasi minacciosi.

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GIF courtesy di Nexus VR Studio

Quali sono i processi e le tecniche (digitali e delle fotocamere), che avete utilizzato per girare il video?

Fin dall'inizio, la nostra linea guida è stata quella di mantenere tutto il più "reale" possibile. Questo spirito ha influenzato ogni componente del progetto—dallo styling, alla scenografia, fino alla post-produzione. Anche se il risultato finale è composto da centinaia di clip montate, doveva apparire come una sola take. Abbiamo raggiunto un accordo sull'effetto che volevamo ottenere. Il direttore tecnico, Elliott Kajdan, ha pensato ad un metodo di ripresa apposito che ci ha consentito di lavorare con filmati da RED camera, senza scomodare i budget elevati che comunemente comportano le riprese di video a 360 gradi.

GIF courtesy di Nexus VR Studio

Perché scegliere tecniche così complesse per un video in VR?

La nostra priorità era ottenere la migliore qualità d'immagine possibile con il budget a nostra disposizione. I primi test erano stati realizzati con dei rig GoPro, ma la qualità non era soddisfacente. Inoltre, le GoPro tendono a surriscaldarsi e ad avere problemi. Per il nostro progetto avevamo bisogno di circa 80 take. Così abbiamo cercato una soluzione che offrisse sia l'alta qualità che un metodo di lavoro affidabile. Il nostro direttore tecnico, si è persino premunito di saldare il treppiede nel pavimento di cemento per essere sicuro che l'inquadratura non si spostasse di un millimetro.

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GIF courtesy di Nexus VR Studio

Cosa ti attrae degli effetti in-camera e di quel genere di estetica?

Per me, la questione non è tanto la tecnica di per sé, quanto preservare l'elemento umano all'interno del lavoro. Con la tecnologia che si sviluppa a velocità strabilianti, voglio trovare il mio posto all'interno del caos digitale. Molte esperienze VR tendono verso lo "show" sci-fi futuristico. Io, al contrario, volevo realizzare un prodotto più essenziale: un magazzino vuoto, una ballerina e lo spettatore. Queste sono il genere di esperienze che mi piacerebbe vedere di più nei video a 360 gradi in VR.

Se volte saperne di più sul video guardate il making-of qui sotto.